Viaggio 1

Il cielo si trasduce in una quantità infinita di luce. Oggi scrivo con l`intento di raccontarvi questi giorni. Questo viaggio fatto, questi brevi racconti tutto ciò di cui vivo, che aspiro, che nutro dentro me per aver realizzato questo desiderio di fuga, di andar lontano e percepire il mondo per quello che è . Se solo penso che la terra ruota in questo momento, sento dentro un senso di profondita estrema. Oggi, sono andato in Val Verzasca. Dove il verde si sposa bene su ogni palpebra. Per arrivarci si percorre qualche chilometro in una Svizzera piuttosto trafficata. Al posto di guida seguivo solo la strada, la mia mente legata all`asfalto rimaneva fissa su quel pensiero. La musica schizzava fuori dalle casse della radio. Mare fammici stare bene. Partenza alle 11 di mattina, abbastanza in ritardo, ma causa sveglia non impostata non potevo partire prima. Tempo di preparare macchina fotografica,telefono, zaino con una borraccia d`acqua dentro ed ero gia pronto per la strada. Affrontai il viaggio con la spensieratezza di chi si sente al di fuori della logica di questo mondo. Solo con i miei pensieri. Sarà un`estate strana per me, senza la possibilità di avere ferie, sfrutterò al meglio ogni weekend di queste settimane. Penso che partirò per settembre, ho diverse mete da raggiungere, dovrò sceglierne una. La strada si fece più bella dopo aver passato Mendrisio, le montagne arrivavano, io mi facevo piccolo al loro cospetto. Dalla strada si svoltava in un incrocio e da lì si proseguiva in salita verso tornanti prima e poi una diga immensa. L`acqua correva verso le pareti del fiume, gente affollava il parapetto della diga facendosi foto e selfie. Io prosegui dritto, verso una galleria. Cambiai playlist e scelsi un genere Vanlife. Vidi molti Van affollati di gente, tedeschi sopratutto. Percorrevano quella strada con me, con le loro chiacchiere e le loro congetture su ciò che li aspettava. Tornanti su tornanti, il limbo, la danza di auto e Van proseguiva senza distrazioni. Dal guardrail, si apri una valle e dal bacino della diga si apri un lago. Acqua limpida e profonda. Qualcuno sporto da sopra a fare fotografie. Cave. Mumford&Sons. Occhiali da sole. Solitudine. La massima espressione di libertà è la solitudine. Quando affronti un viaggio in solitaria, almeno per quello che mi riguarda, pensi sempre di star sbagliando che la vita è condivisione, che la vita è un momento che si ripete nel tempo da far vedere e da condividere con più persone. Ma si sbaglia. Vivere e un recipiente di plastica da riempire con tutta l`essenza di questo mondo. Vivere e ricercare se stessi dovunque con la possibilita di non trovarsi mai veramente. Altrimenti l`alternativa e vivere vite longeve ma vuote, infelici. La libertà soffia sulla poesia, mi portai dietro un taccuino.
Fini col passare dentro un borgo fatto di pietra e baite di legno sul dolce declino erboso di quelle radure. Il verde fresco, vivo, ti inebria di quel qualcosa che non sai bene tu come spiegare. Se non un forte istinto dentro di slacciarti le scarpe e correre nei campi a piedi nudi come bambini divertiti dal volare di farfalle e bollicine. Fluttui senza saperlo, ma la tua concezione scientifica di gravità ti fa pensare che sei piantato al suolo come se ci fosse un peso sulle spalle di ognuno. Il primo parcheggio si trova adiacente un`osteria, nel finesettimana di solito è sempre pieno. Anche perché adiacente al fiume e al ponte dei tuffi, dove gente piuttosto coraggiosa o incosciente si lancia giù nel fiume, fortunatamente in alcuni punti e abbastanza profondo da non garantire pericolo eccessivo. Poco più avanti un`altro parcheggio sterrato, anche questo pieno di macchine, mi accolse. Gente in costume scendeva a frotte dalle auto parcheggiate. Scesi anche io dopo un`oretta bella piena di macchina, mi sgranchii le gambe e mi cambia scarpe. Le mie fidate scarpe da trekking mi attendevano nel baule, dopo aver bevuto un sorso, mi concessi il tempo per esplorare la zona. Dalla strada sulla destra si apriva un fiume, scavato nella roccia, l`acqua correva verso alcuni tratti dove si formavano rapide e piccole cascate. L`acqua era pulita, di un verde chiaro che subito nella mente si incesella come dipinto di un quadro. Il fondale coperto di sassi e poche porzioni di sabbia. Piccole gole si aprivano prima del ponte in sassi e pietre. Dalla strada ancora si sentivano le grida entusiaste dei bambini e il borbottio dell`acqua contro le rocce. Si stava bene all`aria aperta, non faceva cosi caldo da morire. Ma l`acqua come in ogni fiume di montagna era gelata. Dopo un tratto di rapide il fiume diveniva piu placido e tranquillo. Aiutato forse dal fondale piatto e dalla totale assenza di salti. Qualcuno col costume faceva il bagno, altri facevano foto a se stessi e alle altre persone. Altri erano li a camminare solamente. Mi addentrai nella folla oltre il ponte, e entrai nel bosco dall`altra sponda del fiume. Il chiacchiericcio delle persone era rotto a tratti dal rumore di tuffi e risate. Allegria.
Dal ponte ci si inoltra in un tratto di sentireri immersi nella natura, frinire e cantare di uccelli nascosti fra i rami degli alberi. La vegetazione era fitta, tanto da lasciar poco filtrare la luce solare. Foglie si muovevano al richiamo del vento. Bisogna tentar di vivere. Mi ripetevo questo quando inerpicandomi fra quei sentieri trovai una porzione di sponda tutta per me. Scelsi quel posto per via della conformazione della roccia, praticamente liscia, scavata per millenni forse dal proseguo della corrente. Attenzione al pericolo di scivolare. Dopo essermi ritagliato un posticino e dopo aver scattato qualche fotografia. Mi lanciai pure io in aqua tuffandomi dai sassi poco piu` avanti. L`acqua era gelata, pensai all`ibernazione. Ma dopo alcuni minuti il mio corpo si abituo alla temperatura e nuotai lasciandomi trascinare dalla dolce corrente che mi sospingeva verso valle. Bambini nuotavano assieme a ragazzi e persone adulte. Tutti in santa pace, che probabilmente si godevano questi sprazi di vacanza come me. Altri rimanevano sulla sponda del fiume a prendere il sole. Qualcuno aveva portato una radio e musica veniva fuori, ci accompagnava in quei momenti, nella mia vita penso non ci sia stato momento vissuto senza l`ausilio di musica. Il sole scaldava la pelle fredda dall`acqua. La mente fluttuava rilassata nel momento che stavo vivendo. Al di là degli spunti di riflessione che mi creava quel posto. Cercai di vivere il momento. Sono nato viaggiatore, sono nato per scrivere. Di controparte mi viene da dire che forse sono nato per stare da solo, e per non scrivere qualcosa che passera hai posteri. Ma non voglio sparire. Voglio contribuire. Voglio poter viaggiare quanto più possibile. Voglio poter esprimermi con le mie parole, con le mie sensazioni. E se saro solo, saprò che avro uno scopo cioe quello di scrivere, di vivere due o tre volte un`emozione forte da creare orgasmi continui nella mia mente. Dopo aver fatto un bagno o frse due, mi dedicai alla scrittura. Tirai fuori il mio taccuino e scrissi cio` che dentro serbo al suono della mia voce. Pensieri. Scrivo storie per vivere quelle emozioni che sfuggono alla mia vita come salmoni in un fiume. Per troppo tempo ho rinunciato a vivere cosi, per troppo tempo mi sono negato questa possibilita. I cicli di una vita si susseguono in un pendolo di emozioni. E non sto parlando di fiolsofia o psicologia. Sto parlando di vita in generale. Grezza. Serena. Stanca. Triste. Felice.
Dopo quella pausa di totale scrittura, mi diedi all`esplorazione del bosco adiacente. Sentrieri si aprivano davanti a me, il rumore del fiume mi accompagnava nelle sue rapide, in quella camminata di pura pace interiore di spirito e anima. Ad ogni passo trovavo cose di me nascoste alla superficie. Non mi sentivo affatto triste per essere solo. Non avevo sensazioni di pena o mortificazione alla parola solitudine. Anzi ero concentrato, mi sentivo libero. Dal bosco, dagli alberi, tornai alla macchina e poi dritto verso casa. Ma dagli alberi tornerò un giorno e a quel fiume portero fiori che alla fine bisogna sentirsi grati alla vita anche se non abbiamo le stesse possibilita che hanno tutti. Stiamo vivendo siamo grati per questo.

Pace.

*poesie scritte dal fiume*

Spesso mi chiedo
Dell’esistenza delle stelle,
E se fossero lì
Solo per scusaci
Di questi baci?
E se fosse solo
Vento sulle labbra
Quest’eco vibrante?

Eterno dibatterti
Come fiume nell’anima,
Quando ti innamori
Ti lanci da altezze vertiginose
Non sapendo dei assi aguzzi
Che ti aspettano sotto
La superficie.

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