Sono fatto
di carta,
e di giardini
dove faggi
s'accostano
all'ombra di passi.
Cosa mangeranno
i miei occhi
che di questi fiori
non conosco nomi?
Ma solo, tenere,
effusioni vissute
nell'intimo
per cui chiamarti
bastava sospirare
dal cuore alle arterie,
tutte le mie inutili
poesie.